Abbuffata di cultura milanese
Da Modigliani e Doisneau, da Gardin alle due esposizioni in corso a Forma. Milano meta irrinunciabile per trascorrere il tempo libero senza disperare di questo ritardo di stagione primaverile
Da Modigliani e Doisneau, da Gardin alle due esposizioni in corso a Forma. Milano meta irrinunciabile per trascorrere il tempo libero senza disperare di questo ritardo di stagione primaverile
Una valida alternativa per trascorrere il tempo libero, senza disperare di questo ritardo della stagione primaverile, è visitare qualche museo o qualche mostra. E in questo ambito Milano, è sicuramente una meta irrinunciabile, poiché, come sempre offre itinerari culturali più che interessanti.
A Palazzo Reale, dal 21 febbraio fino all’8 settembre 2013, è visitabile la mostra “Modigliani. Soutine e gli artisti maledetti. La collezione Netter”. Artista principe dell’esposizione è, appunto, Modigliani; vissuto tra la fine del XIX e il XX secolo, livornese di origine, una volta conclusi gli studi all’accademia di Firenze e Venezia, subì varie influenze artistiche: dallo Jugendstil – equivalente tedesca dell’Art Nouveau- all’impressionismo di Van Gogh, dal cubismo all’influenza di personalità quali Toulouse- Lautrec e Gaugin.
Nonostante amasse moltissimo la scultura, la sua fama, cresciuta soprattutto dopo la sua morte, si deve soprattutto ai celebri ritratti dai colli allungati, forme arrotondate, stilizzate e dai colori accesi che spesso vedevano come protagonisti gli amici dell’artista. E a proposito di questo, a Palazzo Reale si possono ammirare anche le opere di Netter, ebreo alsaziano grande scopritori di talenti – tra cui proprio quello del pittore livornese – o quelle di Soutine, amico personale di Modigliani. Le opere complessive sono 122, e vedono protagonisti tutti gli artisti di Montparnasse, quartiere parigino che, agli inizi del Novecento era considerato centro culturale di avanguardia grazie alla presenza proprio di Modigliani – considerato l’ultimo dei pittori maledetti – e di artisti quali Chagall, Hemingway e Miller.
Per chi invece predilige la fotografia alla pittura, vi sono altre due “tappe” da non lascarsi scappare. Fino al 5 maggio, presso lo Spazio Oberdan, in Viale Vittorio Veneto, sono esposte le foto di Robert Doisneau, colui che ha immortalato uno dei baci più famosi, quello dell’Hotel de Ville. I duecento scatti sono raggruppati tematicamente, accompagnando il lettore in una passeggiata lungo la Senna, nelle vie e nei bistrot di Parigi: Doisneau amava questa città e i suoi abitanti, al punto di preferire su ogni altra cosa la loro quotidianità e il loro modo di vivere come soggetto delle proprie fotografie, rigorosamente in bianco e nero.
Sempre per gli amanti dell’obiettivo, presso la Fondazione Forma per la Fotografia, per la prima volta vengono esposti gli scatti di Gianni Berengo Gardin. Anche qui le opere si dividono in undici percorsi tematici, che si snodano tra Venezia, la città natale, Milano, dove iniziò a fare il fotografo e Parigi, luogo dell’acculturazione fotografica. Una componente non trascurabile nelle sue foto è anche la denuncia: spesso ricorrono i manicomi, le proteste del Sessantotto, la condizione delle donne, gli zingari. La mostra celebra inoltre i 75 anni dell’autore, che continua a esercitare ogni giorno la sua passione, senza perdere la curiosità nei confronti della gente: come afferma egli stesso, infatti, «la fotografia è la mia benzina, è quello che mi da l’energia e la forza di muovermi e vivere ogni giorno».
La mostra dedicata a Berengo Gardin aprirà il 6 aprile, ma in questi giorni a Forma sono in corso due esposizioni altrettanto interessanti: “Little Big press” (una mostra di volumi dedicata all’editoria fotografica indipendente e autoprodotta) e “Fashion”, un secolo di straordinarie fotografie di moda dagli archivi Condé Nast.