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    Cava
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    Giampiero Carbone - redazione@alessandrianews.it  
    20 Marzo 2013
    ore
    00:00 Logo Newsguard

    Cava Sezzadio: “più piccola ma in classe A”

    “Cascina Borio diventi una discarica di classe A, più piccola”: lo chiede la Regione nella relazione sul piano cave del Terzo Valico. Potrà essere depositato smarino ma "non inquinato"

    ?Cascina Borio diventi una discarica di classe A, più piccola?: lo chiede la Regione nella relazione sul piano cave del Terzo Valico. Potrà essere depositato smarino ma "non inquinato"

    SEZZADIO – “Cascina Borio diventi una discarica di classe A, più piccola”: lo chiede la Regione nella relazione sul piano cave del Terzo Valico.
    Il sito di Sezzadio era stato inserito in classe C, cioè come deposito di riserva con criticità ambientali, quindi di difficile utilizzo. In programma 666 mila metri cubi di smarino in un’area delle società Bioinerti-Allara accanto al più esteso progetto di discarica della Riccoboni (1,7 milioni di metri cubi di rifiuti speciali non pericolosi), proposte contestate dai cittadini e dai sindaci per il rischio di inquinamento della falda acquifera.
    Finora, per lo smarino del Tav si era parlato solo del pericolo riferito alla presenza di amianto ma dalla relazione della Regione emerge che a Sezzadio sarebbe finita la terra scavata inquinata dagli schiumogeni impiegati per far lavorare la talpa durante lo scavo, destinate in via principale nella ex cava di cascina Guendalina a Pozzolo Formigaro (scelta contestata dalla Regione).
    “Nel sito di cascina Borio – scrivono i tecnici regionali – verrà a mancare lo spazio per abbancare lo smarino adittivato con schiume (che necessitano di ampie superfici per “scomparire”, ndr) e la temporaneità dell’accordo tra la proprietà, Cociv e la Riccoboni non permette di considerare l’area come sito di riserva”. Da qui la proposta di riconsiderare Cascina Borio come “area di riporto principale in classe A”, cioè come deposito di smarino non inquinato, di sicuro utilizzo, “ridimensionandone la superficie”. Nessun accenno, nel documento, alla falda sottostante.
    “A Cascina Borio – commenta Urbano Taquias del comitato contro la discarica di Sezzadio – non dovranno finire né i rifiuti della Riccoboni né quelli del Cociv. Ci sono 22 sindaci pronti a tutelare la falda acquifera insieme ai cittadini. Lo smarino, anche senza schiumogeni, sarà a rischio amianto, per cui niente discariche”.
    La Regione ha infine chiesto di eliminare dal piano cave il sito di deposito di Sopra Badia, sempre a Sezzadio, in quanto di ridotte dimensioni (25 mila metri cubi) e già recuperata dal punto di vista ambientale.
    Giovedì, alle 21, a Sezzadio, Consiglio comunale riferito proprio a Cascina Borio. In discussione
    due mozioni proposte dalla minoranza a tutela del territorio: la prima chiede alla Regione vincolare il territorio di Sezzadio dal punto di vista delle emergenze architettoniche e storiche nonché paesaggistiche e ambientali, la seconda mozione è finalizzata alla sospensione di ogni richiesta della Riccoboni a modificare la destinazione urbanistica di cascina Borio.
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