Acqui: il Pip è sospeso ma costa ancora parecchio
Ancora problemi di ordine finanziario per l'amministrazione comunale acquese: questa volta le grane provengono dalle parcelle ancora in sospeso e dovute a tre professionisti per l'opera prestata in relazione ala prima parte del progetto industriale di regione Barbato
Ancora problemi di ordine finanziario per l'amministrazione comunale acquese: questa volta le grane provengono dalle parcelle ancora in sospeso e dovute a tre professionisti per l'opera prestata in relazione ala prima parte del progetto industriale di regione Barbato
Si cercherà di utilizzare un residuo passivo di 137 mila euro sul quale, ha spiegato l’ufficio Ragioneria, può essere caricata la spesa. Quindi, ecco che alla polemica si aggiunge la polemica. Se da una parte infatti l’aver dovuto sospendere il progetto del Pip ha fatto storcere il naso, soprattutto a quella decina di aziende del territorio che aspettano di ricollocarsi, quei centomila euro pesano come un macigno su di un bilancio messo a dura prova dai tagli e dalla crisi economica. Soldi, si intende , dovuti a chi ha lavorato e quindi maturato un credito nei confronti dell’amministrazione comunale, ma che lasciano l’amaro in bocca a tutti coloro che avrebbero voluto almeno questa opera conclusa.
Già perché il Piano di Insediamento produttivo, dopo la realizzazione di un primo lotto di opere di urbanizzazione pari a circa 600 mila euro, è stato sospeso a causa di una precisa indicazione proveniente dalla Corte dei Conti. Un suggerimento che sostanzialmente sconsiglia a palazzo Levi di aumentare l’indebitamento già in atto, e quindi di contrarre un mutuo di altri 600 mila euro per dare inizio al secondo lotto di lavori. Opere necessarie per dare il via alla ricollocazione delle aziende. Realtà economiche che con il Comune hanno sottoscritto un preciso accordo già da oltre un anno.
Un patto che prevede la ricollocazione delle medesime in regione Barbato, un’area posta alla periferia della città, in direzione di Alessandria, destinata a divenire una nuova zona di sviluppo economico.
Le aziende che già hanno accettato di trasferirsi in nuovi capannoni, costruiti su terreni acquistati a prezzi calmierati, sono tutte dell’acquese e dell’ovadese. Si tratta di imprese medio piccole e tutte operanti in settori ecocompatibili con l’ambiente. Anche perché l’amministrazione comunale aveva messo come paletto proprio la produzione di prodotti non dannosi per l’ambiente. Sempre nella delibera pubblicata ieri mattina inoltre, è stato specificato che il proseguimento del Progetto Pip sarà trasferito nel bilancio 2012. Quindi, diventerà un’eredità per l’amministrazione che andrà a formarsi la prossima primavera.
Ci si dovrà impegnare per il completamento delle opere di urbanizzazione e, se possibile, prevedere anche l’ampliamento degli spazi a disposizione. Terreni dove dovranno essere costruiti i capannoni di tutte le aziende (manifestazioni di interesse arrivano da almeno una ventina di altre imprese) disposte a trasferirsi nella città dei fanghi.