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    Redazione - redazione@alessandrianews.it  
    5 Dicembre 2011
    ore
    00:00 Logo Newsguard

    Il trasporto assistito delle autoaumbulanze genera polemiche

    Perplessità e polemiche accompagnano la scelta dell’Asl di assegnare il servizio del “trasporto assistito dei pazienti critici cioè urgenti”, alla onlus Castellazzo Soccorso

    Perplessità e polemiche accompagnano la scelta dell?Asl di assegnare il servizio del ?trasporto assistito dei pazienti critici cioè urgenti?, alla onlus Castellazzo Soccorso

    Il malumore viaggia sull’ambulanza. È proprio così. Perplessità e polemiche accompagnano la scelta dell’Asl di assegnare il servizio del “trasporto assistito dei pazienti critici cioè urgenti”, con ambulanze cosiddette di rianimazione perché attrezzate allo scopo, dagli ospedali di Acqui, Ovada e Novi verso altri presidi d’emergenza. Un servizio assegnato alla onlus Castellazzo Soccorso. E le pubbliche assistenze dei tre centri si sentono penalizzate.
    Mal comune mezzo gaudio dice il proverbio, ma in questo caso anche reazioni unitarie nel tentativo di contrastare una scelta inattesa. Ora si chiedono chiarimenti e si ipotizzano ricorsi. Anche perché specialmente nel caso di Ovada, la Croce Verde è uno storico sodalizio del soccorso, attrezzato, funzionale. La convenzione è stata stipulata tra l’Asl Al e Castellazzo Soccorso, (scadrà il 30 settembre 2014 ma è rinnovabile) affidandole il delicato compito di trasferire i pazienti che devono essere inviati con urgenza in altri ospedali. Prevede la messa a disposizione, per i tre presidi ospedalieri (Ovada, Acqui, Novi Ligure) di un’ambulanza medica di rianimazione, ovviamente attrezzata per il compito da svolgere e con il relativo equipaggio, per 24 ore e 365 all’anno, festivi compresi. Un impegno certamente gravoso. Le carte parlano e impongono. Ad esempio, è previsto che l’ambulanza sia presente in ospedale entro 15 minuti.
    Un’utopia? Il percorso Castellazzo-Ovada va da un minimo di 31 ad un massimo di 39 km, con un tempo di percorrenza che non scende mai sotto i 27 minuti, in condizioni normali. «La cosa è nata male – sottolinea il presidente della Croce Verde Ovadese, Beppe Barisione – perché nessuno sapeva niente di questa scelta. Un’operazione annunciata come “Indagine di mercato” che poi ha dato questi risultati. Noi siamo aderenti all’Anpa quindi ci siamo rivolti alla nostra associazione inviando anche tutta la documentazione del caso perchè valuti la situazione che si è creata e le eventuali anomalie. Noi continueremo a fare il nostro abituale lavoro nell’ambito del soccorso e a gestire il 118. Faremo fronte comune con le altre pubbliche assistenze di Acqui Terme e Novi Ligure per lo stesso problema. Per il momento è un tempo ancora interlocutorio che ci permetterà di valutare meglio quello che succederà con le nuove regole». Anche ad Acqui il “peso” della decisione non è gradito».
    Muoveremo – chiarisce il presidente della Croce Bianca Acquese, Edoardo Cassinelli – operando con le altre consorelle, non escludendo neppure un ricorso al Tar se nella scelta operata verranno riscontrate anomalie o presunte illegittimità». Il caso, dunque, non sembra destinato ad essere archiviato in pochi giorni.
    Intanto, cosa dicono all’Asl? «La decisione – sottolineano all’ufficio stampa – è stata presa per assicurare su tutto l’ambito territoriale un servizio migliore e più sicuro. In alcune realtà il servizio era assicurato solo nelle ore notturne. L’offerta di Castellazzo Soccorso si è rivelata quella più soddisfacente sotto il profilo della dotazione tecnica e dal punto di vista economico».
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