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    Redazione - redazione@alessandrianews.it  
    28 Novembre 2011
    ore
    00:00 Logo Newsguard

    Le Regie Terme rispondono ai sindacati

    Dopo le accuse, lanciate a mezzo stampa, da parte dei lavoratori del Grand Hotel, attraverso i sindacati di categoria, nei confronti delle Terme e del possibile futuro a rischio per la struttura, arriva pronta la replica, robusta e diretta, del Cda del'azienda di bandiera acquese e del Presidente Roberto Molina.

    Dopo le accuse, lanciate a mezzo stampa, da parte dei lavoratori del Grand Hotel, attraverso i sindacati di categoria, nei confronti delle Terme e del possibile futuro a rischio per la struttura, arriva pronta la replica, robusta e diretta, del Cda del'azienda di bandiera acquese e del Presidente Roberto Molina.

    “Rilancio e sviluppo: queste sono le parole guida del nuovo Consiglio di Amministrazione delle Regie Terme di Acqui.

    Le Regie Terme arrivano da un periodo in cui ci si è fondamentalmente dedicati alla ristrutturazione, agli investimenti, al tentativo – poi abortito – di creare una New.Co. che mettesse in sinergia privati e società; queste due iniziative hanno sicuramente assorbito la maggior parte delle energie delle Regie Terme negli ultimi anni.

    Ora è il momento di pensare a come riportare le Terme di Acqui al posto che spetta loro nel paesaggio del termalismo italiano, più che mai convinti e sicuri della forza che ci viene dalla nostra storia, dalla nostra esperienza e soprattutto dal grande valore terapeutico della nostra acqua.

    Tutto si può pertanto dire tranne che il sistema termale acquese sia tormentato e irrequieto.

    Le difficoltà certo ci sono, la situazione economica ereditata dall’attuale Cda non è certo delle più floride, spesi tutti i 18.300.000 Euro della ricapitalizzazione voluta dalla giunta Ghigo, la società al 31/12/10 ha chiuso un bilancio in rosso di diverse centinaia di migliaia di Euro e con una perdita in tutti i settori.

    L’anno in corso nonostante i numerosi taglie effettuati dal nuovo Presidente e dal nuovo Cda, tagli alle spese e non al personale, purtroppo risente fortemente della crisi generale e dei mancati investimenti in pubblicità e rilancio degli scorsi anni, per cui vi è ad oggi un calo del comparto termale di circa il 10% sul fatturato.

    La Società, che ricordiamo per la sua composizione del capitale, è sicuramente una Società pubblica, avverte forte la responsabilità di essere forse l’ultimo possibile veicolo per il rilancio turistico ed economico del territorio, non solo acquese, ma di tutta la Provincia, ed è dunque nel rilancio suo e del territorio che sta profondendo le massime energie, pur senza risorse.

    Tuttavia si è convinti che un’attenta azione sinergica tra tutte le realtà, sia pubbliche che private, ovverosia dei vari operatori economici ed unendo le forze, molto si possa fare anche in questo periodo. Il territorio, la nostre Terme, sono unici e non hanno nulla da invidiare ad altre realtà anche più blasonate; è nostro dovere e primario impegno valorizzarli.

    A questo riguardo molte iniziative sono in cantiere: iniziative che vanno dalla sensibilizzazione del mondo medico e scientifico, alla valorizzazione turistica delle proposte che il territorio offre. Ed una sola richiesta viene dal Presidente e dal Cda: che i primi a crederci siano gli acquesi, che tutti siano disponibili a fare la loro parte, che si lavori con convinzione ed impegno abbandonando ogni partigianeria di appartenenza.

    Tra i vari problemi che il nuovo Cda ha dovuto affrontare vi è anche quello del riordino contrattuale dei beni delle Regie Terme, primo fra tutti il Grand Hotel Nuove Terme, una struttura su cui sono stati investiti circa 10.000.000 di Euro, affidato a trattativa privata in situazione d’emergenza con un contratto semestrale d’affitto di ramo d’azienda.

    Le Regie Terme dovevano e devono riflettere attentamente su questo cespite che ad oggi rappresenta una perdita secca, per cui, la precarietà contrattuale non consente una corretta e fruttifera azione di programmazione e sviluppo anche da parte di un gestore. Il Cda ha dunque provveduto ad inviare disdetta per scadenza contrattuale all’attuale gestore, al solo scopo di formalizzare un nuovo contratto che preveda sviluppo e potenziamento della struttura in sinergia con le attività e le strutture delle Regie Terme.

    Si è dunque proceduto ad una gara pubblica andata deserta, ma che ha focalizzato l’interesse di molti operanti nel settore sulla struttura che, successivamente, hanno manifestato con offerte il loro interesse concreto.

    Circa i dipendenti, le Regie Terme hanno sempre posto come elemento essenziale il mantenimento delle maestranze oggi occupate. Le vicende legate al mancato rilascio della struttura per scadenza contrattuale da parte dell’attuale gestore hanno impedito alle Terme di provvedere con serenità, anche legale, ad una nuova assegnazione.

    Il Grand Hotel oggi è per noi occupato arbitrariamente dalla società Thermae Srl mentre potrebbe rappresentare un tassello importante ed una risposta adeguata alle esigenze di rilancio del comparto termale e quindi del livello occupazionale di tutto il territorio.

    Il contenzioso aperto sulla gestione della struttura alberghiera risulta vergognosamente strumentalizzato da parte di chi ha come unico scopo o interesse quello di adombrare una linea aziendale di condotta mirata al risanamento finanziario, allo sviluppo ed al potenziamento delle opportunità di crescita economico-finanziaria e quindi occupazionale, sia nel comparto terme che nei vari comparti interessati.

    Le iniziative commerciali promosse dal nuovo Cda e dal nuovo Presidente, unite ad un piano industriale articolato e complesso che coinvolge diversi soggetti economici ed istituzionali, depongono a favore di un impegno professionale ed umano di una realtà industriale da sempre attenta alle esigenze dei lavoratori.

    In particolare Terme di Acqui non ha mai mancato, anche in questa vicenda, di curare un dialogo diretto, proficuo e costruttivo con le organizzazioni sindacali, informandole tempestivamente dell’evoluzione della vicenda, finalizzando sempre il proprio impegno alla tutela delle maestranze tutte, cui si riconosce professionalità, efficienza e qualità.

    La campagna “terroristica”, orchestrata a mezzo stampa locale, appare dunque del tutto ingiustificata ed esecrabili risultano gli sforzi, peraltro maldestri, di chi dimostra di non avere a cuore il futuro di quest’azienda, della sua città e del suo territorio.

    Le Regie Terme sono consce di essere l’unico possibile volano d’eccezione di una realtà locale che si colloca a pieno titolo nel panorama sanitario, artistico e culturale del nostro Paese, e mai abiureranno a questo dovere”.

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