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    Red - redazione@alessandrianews.it  
    12 Ottobre 2011
    ore
    00:00 Logo Newsguard

    Una guida sull’acquese con due “buchi” clamorosi

    Per far conoscere le peculiarità acquesi, l'amministrazione comunale sta ripubblicando una guida, realizzata in fotocopia ad una stampata oltre una ventina di anni fa dall'allora Azienda autonoma di Cura e Soggiorno ma non si accorge che "non esistono" Villa Ottolenghi e Museo biennale per l'incisione.

    Per far conoscere le peculiarità acquesi, l'amministrazione comunale sta ripubblicando una guida, realizzata in fotocopia ad una stampata oltre una ventina di anni fa dall'allora Azienda autonoma di Cura e Soggiorno ma non si accorge che "non esistono" Villa Ottolenghi e Museo biennale per l'incisione.

    Prima premessa: almeno tremila opere, realizzate da artisti di 56 nazioni appartenenti a tutti i Continenti, che hanno partecipato alle dieci edizioni della Biennale internazionale per l’incisione, hanno uno spazio espositivo in alcuni locali del Museo archeologico dei Paleologi. È una collezione davvero preziosa, che Acqui Terme può vantare, anche per la ricchezza dei cataloghi di artisti posseduti, di una biblioteca specializzata in incisione contemporanea, oltre ad una sezione dedicata alla raccolta delle lastre incise.
    Seconda premessa: la città termale può fregiarsi di avere nel suo territorio comunale un vero e proprio tesoro: Villa Ottolenghi (nella foto), uno spazio verde adagiato sulla punta delle colline di Borgo Monterosso che sovrastano Acqui Terme ed offrono la possibilità di avere una “visione aerea” della città ed ammirare un ampio panorama. Villa Ottolenghi, da sempre è qualcosa di eccezionale, ma recentemente ha avuto l’onore della cronaca sui maggiori quotidiani a tiratura nazionale e nelle maggiori emittenti televisive per avere vinto l’“European Garden Award”, quasi un campionato europeo dei giardini, vale a dire il prestigioso premio internazionale di architettura del paesaggio. Un onore che non si sono aggiudicati i francesi saliti in alto con Versailles o le Tuileries, e nemmeno gli inglesi maestri nell’ideazione di giardini. La bellezza di Villa Ottolenghi, ricca di storia, è stata vista, considerata e premiata dai responsabili dell’European Heritage Garde Network nel programma “Enhancement of an historic garden”, vale a dire “Valorizzazione di un giardino storico”, evento svoltosi a Dusseldorf.
    La notizia: per far conoscere le peculiarità acquesi, non solo dei beni storici, l’amministrazione comunale sta ripubblicando una guida, realizzata in fotocopia ad una stampata oltre una ventina di anni fa dall’allora Azienda autonoma di Cura e Soggiorno, stessa grafica e inquadratura delle notizie, salvo aggiornamenti relativi ai giorni nostri, ma con un inconveniente di non poco conto: non esistono Villa Ottolenghi e Museo biennale per l’incisione. Conclusioni: attualmente, in esposizione a Palazzo Robellini, Ufficio Iat, ci sono guide pubblicate in francese, tedesco ed inglese.
    Quelle similari scritte in italiano sono esaurite. Domanda: nella nuova edizione della guida sarà inserita Villa Ottolenghi con l’indicazione del giardino più bello d’Europa, ma anche il “contenitore” delle opere di artisti che avevano aderito alla Biennale? Se è questione di spazio nella guida, perché rinunciare a pensare che si potrebbe procedere creando una classifica che consideri in prima fila e poi a seguire le opere considerate di maggiore interesse locale-nazionale-internazionale? Con che metro di valutazione vengono inserite le notizie su una pubblicazione che deve informare nel modo più sintetico ed ampio di notizie possibile una vasta platea di pubblico, quanto di meglio esiste nel nostro territori, per fare preferire la nostra zona ad altre? Sta bene l’indicazione delle piccole feste o spettacolo annuale, ma suvvia, non dimentichiamo ciò che parla a livello mondiale e che il turista può scoprire solamente ad Acqui Terme, anche con l’aiuto di una guida.
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