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    Redazione - redazione@alessandrianews.it  
    4 Ottobre 2011
    ore
    00:00 Logo Newsguard

    La zanzara tigre sta emigrando dall’acquese

    Dopo quasi quattro mesi di attenti monitoraggi sulla dislocazione delle zone di riproduzione della famigerata zanzara tigre emerge un dato chiaro e allo stesso tempo confortante: il fastidioso insetto si sta allontanando dalla città termale

    Dopo quasi quattro mesi di attenti monitoraggi sulla dislocazione delle zone di riproduzione della famigerata zanzara tigre emerge un dato chiaro e allo stesso tempo confortante: il fastidioso insetto si sta allontanando dalla città termale

    Dopo 14 settimane di monitoraggio delle uova di zanzara tigre si delinea una situazione in cui le stazioni di rilevamento maggiormente interessate dalla deposizione numerica di uova sono situate perlopiù in aree extra urbane.

    In particolare le maggiori deposizioni di uova sono state registrate nelle stazioni situate nella Frazione Lussito (nell’area prossima alla fontanella pubblica); in fondo alla strada della Faetta; nelle 3 stazioni collocate in Regione Groppo fra l’ex l’albergo Genova e Villa Luisa; nell’area compresa fra il Fontanino dell’Acqua marcia e l’albergo Roma Imperiale; in due stazioni poste lungo la strada per Moirano, in Via Bergamo (ex strada Loreto); in Regione Barbato nell’area industriale.

    In quasi tutte le aree coesistono ambienti naturali ed antropici che abbinati favoriscono la proliferazione della zanzara. L’area incolta e la presenza di case disabitate, abbandonate o addirittura di ruderi, che non vengono più sottoposti ad interventi di ripristino e/o di manutenzione ordinaria, rappresentano dei luoghi ideali per lo sviluppo della zanzara, presso i quali l’insetto individua quasi sempre alcuni focolai all’interno dei quali deporre le uova per perpetuare la specie. L’area verde non curata, rappresentata per lo più da piccole aree boschive, da gerbidi e da una fitta vegetazione ruderale delle aie e delle corti abbandonate, sono i siti all’interno dei quali gli adulti di zanzara tigre si rifugiano nelle ore più calde della giornata, dai quali escono dalla metà del pomeriggio per sferrare i fastidiosi attacchi (per noi) pasti di sangue (per loro). Una adeguata pulizia e manutenzione di dette aree ridurrebbe sia il numero di focolai sia le di zone di rifugio della zanzara tigre, che pertanto subirebbe una forte contrazione numerica della popolazione.

    L’obiettivo attuale della lotta è quello di contenere ulteriormente la proliferazione e la diffusione della zanzara tigre e delle altre specie di zanzara. Per questo motivo si è incrementato il numero delle trappole disposte sul territorio di lotta (in particolare nelle aree boschive) con lo scopo di “catturare” il maggior numero di uova. Questa attività avrà un effetto benefico anche sulla prossima stagione poiché oltre a catturare le uova che si schiuderebbero ancora quest’anno catturerà anche le uova “durevoli” che sono quelle destinate a passare l’inverno per poi riavviare l’attività biologica nella prossima primavera.

    I risultati di lotta finora ottenuti sono pregevoli proprio perchè anno dopo anno dall’ambiente sottoposto alla lotta sono state eliminate numerose fonti di sviluppo larvale e sono state catturate, con le attività di monitoraggio e di lotta con il “bicchiere”, alcune centinaia di migliaia di uova; nell’anno in corso sono state finora osservate con la sola attività di monitoraggio 53170 uova di Aedes albopictus (zanzara tigre) ad Acqui e 4458 a Bistagno, a cui si devono sommare 3330 uova di “Aedes geniculatus” (zanzara molto simile alla “tigre”) catturate ad Acqui e 110 a Bistagno.

    Essendosi rinfrescato il clima rispetto al mese di agosto, sarà conveniente modificare alcune delle abitudini quotidiane come ad esempio quelle relative alla gestione delle acque a scopo irriguo. La quantità di acqua impiegata per la annaffiatura delle piante in vaso provviste di sottovaso, dovrà essere proporzionata al “grado di sete” della pianta. Riducendosi infatti il fabbisogno idrico delle piante, l’assorbimento sarà inferiore rispetto ai periodi di maggiore calura, e se non verrà ridotta la quantità di acqua di bagnatura, si correrà il rischio di creare dei ristagni che durino così tanto tempo da permettere il completo ciclo biologico della zanzara tigre.

    Un altro invito rivolto per lo più agli orticoltori e a coloro che raccolgano l’acqua piovana all’interno di cisterne, è quello di chiudere bene l’apertura in modo da impedire il passaggio delle zanzare o in caso contrario di svuotare completamente la cisterna nel giro di 5-6 giorni (anche se l’acqua non dovesse servire perché l’orto ha già beneficiato dell’apporto idrico della pioggia), in modo da interrompere il ciclo larvale e non consentire il conseguente sfarfallamento degli adulti.

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