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Grand Hotel: il bando della discordia
Dopo la gara relativa all'assegnazione della gestione del prestigioso Grand Hotel Nuove Terme, andata deserta, si scatena la polemica promossa da chi precedentemente aveva in carico la struttura
Dopo la gara relativa all'assegnazione della gestione del prestigioso Grand Hotel Nuove Terme, andata deserta, si scatena la polemica promossa da chi precedentemente aveva in carico la struttura
Per Thermae srl, sarebbe necessario un incontro chiarificatore con l’Azienda Acquese. O meglio ancora una “mediazione obbligatoria” che potrebbe essere richiesta già nei prossimi giorni, prima di arrivare a quella che potrebbe essere una causa legale lunga e complicata. Un annuncio ufficializzato ieri mattina in un incontro a cui hanno partecipato anche i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil. Già perché in gioco ci sarebbero i posti di lavori di circa 70 dipendenti dell’albergo, fra cuochi, camerieri, inservienti e receptionist. Questo in virtù del fatto che nel contratto siglato fra Thermae srl e Terme spa, è compresa la clausola che a termine del medesimo è previsto l’azzeramento del personale in essere. «La situazione è preoccupante – hanno detto Marco Sali e Maura Settimo, rispettivamente della Cgil e della Uil – il nostro obiettivo è quello di salvaguardare i posti di lavoro e se possibile salvaguardare l’immagine della città e delle sue aziende”.
Fra queste proprio il Grand Hotel che rappresenta un fiore all’occhiello non solo per le Terme ma per l’intera economia del territorio. “Per quanto ci riguarda siamo disponibili ad un incontro chiarificatore con i vertici di Thermae srl e anche con i sindacati – ha detto il presidente di Terme spa Roberto Molina – ci tengo però a precisare alcuni punti che ritengo fondamentali prima di intavolare qualsiasi discussione”. In primis, che l’Azienda termale acquese è per il 96% a capitale pubblico e che quindi indire una gara pubblica per la ricerca di un eventuale nuovo gestore per l’albergo è un obbligo. «”e Thermae srl voleva partecipare, nonostante magari la mancanza di un requisito, doveva inviare una proposta ufficiale nei tempi prestabiliti dalla gara – aggiunge il presidente – a me risulta che non sia arrivato nulla”.
Poi, al di la della polemica, Molino spiega: “ll Grand Hotel rappresenta la realtà economica più importante e redditizia per l’azienda Terme. E’ impensabile garantirgli una gestione come l’attuale che viene rinnovata di sei mesi in sei mesi. Come dire che sarebbero necessarie maggiori garanzie per il futuro e, fatto per nulla trascurabile, la possibilità per le Terme di incassare di più. “Per il Grand Hotel – continua Molina – sono stati spesi 10 milioni euro per il progetto di ristrutturazione. Al momento stiamo ancora pagando un mutuo residuo di circa 6 milioni che sul bilancio pesano parecchio”.