Home
Venerdì a palazzo Robellini incontro con il professor Roberto D’Alimonte,
Nel tardo pomeriggio di venerdì, nei saloni di Palazzo Robellini, il gruppo dei lettori del premio Acqui Storia ha organizzato una confrenza con il docente universitario ed editorialista de "Il Sole 24 Ore" sul tema "La difesa del bipolarismo"
Nel tardo pomeriggio di venerdì, nei saloni di Palazzo Robellini, il gruppo dei lettori del premio Acqui Storia ha organizzato una confrenza con il docente universitario ed editorialista de "Il Sole 24 Ore" sul tema "La difesa del bipolarismo"
Si terrà alle 17 di venerdì 23 settembre, presso la Sala Conferenze di Palazzo Robellini, la conferenza del prof. Roberto D’Alimonte organizzata dal Gruppo dei Lettori del Premio Acqui Storia.
Roberto D’Alimonte, insigne politologo di fama internazionale, esperto di leggi e sistemi elettorali, è docente di Sistema Politico Italiano presso la LUISS “Guido Carli” di Roma e editorialista de IlSole24Ore. Tra le molte sue cariche, è doveroso ricordare quella di direttore del Centro Italiano Studi Elettorali (CISE). Il prof. D’Alimonte discuterà di un tema particolarmente attuale – considerata la precisa stagione politica in cui ci troviamo -, condensato nel titolo “In difesa del bipolarismo”.
Roberto D’Alimonte, insigne politologo di fama internazionale, esperto di leggi e sistemi elettorali, è docente di Sistema Politico Italiano presso la LUISS “Guido Carli” di Roma e editorialista de IlSole24Ore. Tra le molte sue cariche, è doveroso ricordare quella di direttore del Centro Italiano Studi Elettorali (CISE). Il prof. D’Alimonte discuterà di un tema particolarmente attuale – considerata la precisa stagione politica in cui ci troviamo -, condensato nel titolo “In difesa del bipolarismo”.
“La Seconda Repubblica è un regime nato in una fase di grande destrutturazione del sistema partitico. Il nuovo regime – contrariamente a quello che molti continuano a ripetere – non è la causa dell’attuale frammentazione ma ne è l’effetto. Sono passati quasi venti anni da allora ma non sono stati fatti passi avanti nella creazione di un sistema partitico forte. Gli attuali partiti sono troppi e troppo piccoli. Tra 2006 e 2008 ci siamo illusi che fossero nati due grandi partiti e invece non è così. Pd e Pdl si sono rivelati costruzioni fragili. L’antica propensione italiana al ‘particulare’ ha ripreso il sopravvento. La frammentazione è di nuovo in crescita in Parlamento e nel paese. Sia al Nord (ed è una novità) che al Sud. Inoltre è assai probabile che l’uscita di scena di Silvio Berlusconi accentui il fenomeno.Tornare oggi a sistemi proporzionali, e quindi abbandonare il bipolarismo, vuol dire restituire ai partiti la libertà di decidere dopo il voto con chi fare il governo. Cosa fa pensare che questo garantisca la governabilità del sistema? Per quali ragioni – con tanti partiti nani – un sistema in cui i governi si facciano dopo il voto funzionerebbe meglio di un sistema in cui i governi si fanno prima?. È assai probabile invece che oggi senza incentivi istituzionali maggioritari frammentazione partitica e frantumazione della rappresentanza sarebbero destinate a salire a livelli incompatibili con il buon funzionamento delle istituzioni democratiche. Oggi questi incentivi sono il collegio uninominale della Francia e della Gran Bretagna, le piccole circoscrizioni della Spagna o il premio di maggioranza italiano. E sono tutti meccanismi che – nel nostro contesto – servono a favorire la strutturazione bipolare della competizione elettorale come antidoto alla frammentazione e alla crescita di sfiducia dei cittadini”.