Cresce l’emergenza abitativa: nasce l’Osservatorio Sociale
L'Osservatorio avrà il compito di monitorare le emergenze abitative
ACQUI TERME – La sala del Consiglio comunale ha ospitato nella mattinata di lunedì la firma del Protocollo d’Intesa per l’Istituzione dell’Osservatorio Sociale Abitativo, un documento programmatico e biennale sottoscritto da amministrazione, Asca, Asl-Al, CGIL-CISL-UIL, Sunia, Sicet, Uniat, Centro di Ascolto, Caritas diocesana, Cooperativa Crescereinsieme, Associazione San Benedetto al Porto.
Il Comune di Acqui Terme intende così promuovere un nuovo corso nelle politiche abitative, attraverso il coordinamento delle varie iniziative e dei diversi attori presenti sul territorio. Al fine di orientare in modo efficace i relativi processi decisionali è necessario disporre di uno strumento di monitoraggio della condizione e del disagio abitativo. «L’Osservatorio, infatti, in collaborazione con le diverse realtà associative e del privato sociale, intende acquisire, raccogliere, elaborare, diffondere, valutare dati nonché monitorare permanentemente la situazione abitativa – hanno spiegato – Negli ultimi anni, anche sul territorio acquese si è evidenziata una costante carenza di alloggi di edilizia pubblica e privata atta a rispondere alle esigenze abitative delle fasce sociali più deboli».
Rilevati i bisogni abitativi, si procederà a formulare proposte di interventi per rispondere alle criticità, individuare risorse e favorire l’incontro tra la domanda e l’offerta degli alloggi dell’edilizia privata.
«Il perdurare della crisi ha peggiorato le condizioni reddituali delle famiglie, ha aumentato disuguaglianze ed esclusione sociale, estendendo la vulnerabilità anche a fasce di popolazione che, prima della crisi, non erano coinvolte in problemi abitativi – ha spiegato l’assessore Alessandra Terzolo – È nostro interesse avere un quadro delle criticità nell’Acquese per intervenire con tempestività ed efficacia. Le politiche abitative non devono e non possono essere affrontate esclusivamente sotto l’ottica dell’emergenza, ma occorre avere consapevolezza della complessità del problema al fine di individuare soluzioni condivise».