Terapia occupazionale e sport: obiettivo “autonomia”
Nella due giorni che si svolgerà a Santa Croce, a Bosco Marengo, anche un convegno dedicato a disabilità e sport: "Ciò che può sembrare immediato e banale è invece un insieme di capacità motorie, logiche ed organizzative ben strutturate e definite. Lo Sport può far parte integrante del percorso riabilitativo della persona"
Nella due giorni che si svolgerà a Santa Croce, a Bosco Marengo, anche un convegno dedicato a disabilità e sport: "Ciò che può sembrare immediato e banale è invece un insieme di capacità motorie, logiche ed organizzative ben strutturate e definite. Lo Sport può far parte integrante del percorso riabilitativo della persona"
Scomponendo l’attività in differenti fasi, la persona dovrà alzarsi dal letto e spostarsi in sicurezza sulla carrozzina, lavarsi, vestirsi adeguatamente, raggiungere la porta di casa e saperla chiudere, uscire dal domicilio in assenza di barriere architettoniche o essendo in grado di superarle e percorrere la strada corretta; una volta raggiunto il locale dovrà saper ordinare la bevanda, gestire adeguatamente il denaro e infine bere il caffè. Ciò che può sembrare immediato e banale è invece un insieme di capacità motorie, logiche ed organizzative ben strutturate e definite. Il Terapista Occupazionale mira infatti al benessere della persona e valuta, studia ed elabora diverse strategie che permettano di recuperare il massimo grado di autonomia possibile “esplorando” le competenze necessarie nell’esperienza quotidiana: prendersi cura di sé, studiare, lavorare, stare insieme, abitare un luogo, fare sport etc.
Lo Sport può far parte integrante del percorso riabilitativo della persona: già nel secondo dopoguerra, infatti, il neurochirurgo inglese Sir Ludwig Guttmann istituì un regime terapeutico riservato ad individui affetti da lesione spinale traumatica che prevedeva la pratica di attività sportiva. Tale progetto si proponeva di migliorare le condizioni psicofisiche dei pazienti e favorire il loro reinserimento sociale. Personalmente credo che l’attività sportiva con finalità terapeutica abbia una valenza fondamentale: lo sport, in particolar modo se praticato in gruppo, riesce ad agire in modo stupefacente sia sul versante motorio sia su quello psicologico-cognitivo. Nell’anno 2015, in collaborazione con ANMIL Sport Italia ed in modo particolare con l’aiuto del Segretario Nazionale e Consigliere Claudio Visciglia, mi sono avvicinata al mondo dello sport nella disabilità elaborando la tesi di laurea con titolo “Terapia Occupazionale e Sport: il soggetto paraplegico dalla fase acuta all’inserimento nell’handcycling”.
Protagonista dello scritto è stato Franco Valerioti: insieme abbiamo lavorato focalizzando la nostra attenzione sul suo avvicinamento al mondo del paraciclismo, studiando in modo particolare le strategie migliori per effettuare il passaggio dalla carrozzina all’handbike e viceversa. Attualmente Franco è atleta ANMIL Sport Italia e si allena regolarmente. Ho inoltre avuto modo di intervistare una decina di atleti praticanti handcycling ad alti livelli: tutti hanno confermato che l’allenamento sportivo diviene una sorta di seduta riabilitativa con riscontri positivi dal punto di vista delle ADL e del benessere mentale. Focalizzando l’attenzione su questa particolare disciplina è stato evidenziato un netto miglioramento dell’equilibrio e del controllo del tronco con conseguente beneficio durante i trasferimenti da e per la carrozzina e durante i passaggi posturali a letto (dalla posizione supina a quella di decubito laterale, dalla posizione di decubito laterale a quella seduta), maggiore sicurezza ed agilità durante i trasferimenti in auto, una diminuzione dell’ipertono a livello degli arti inferiori, miglioramento della peristalsi intestinale, miglioramento della postura in carrozzina e maggiore resistenza nei tragitti di spinta in carrozzina. Da non trascurare sono infine gli effetti della pratica sportiva dal punto di vista psicologico: gli atleti intervistati hanno riferito importanti benefici per quanto riguarda autostima, dignità e senso di “partecipazione attiva” alla loro stessa vita al punto da essere riusciti a diminuire se non addirittura eliminare le terapie farmacologiche (psicofarmaci, antidepressivi). Risulta evidente dunque l’esistenza di una correlazione positiva tra esercizio fisico e benessere, coinvolgendo sia la dimensione motoria che psicologica-cognitiva. E’ fondamentale che la persona riesca a ritrovare una soddisfazione individuale che permetta di riprendere in mano il proprio tempo e riconquistare quella serenità che a nessuno dovrebbe essere negata. La pratica di attività sportiva può dunque costituire sia parte integrante del percorso riabilitativo, sia un impiego da svolgere regolarmente nella vita quotidiana una volta terminato il periodo di ricovero e riabilitazione. Preso atto del forte impatto della disabilità sulla salute mentale, si può affermare quanto possa risultare importante l’efficacia di un’attività come lo sport come “medicina naturale”.
Questo e molto altro sarà argomento di discussione e sperimentazione ad Abilitando. Appuntamento venerdì 6 e domenica 7 ottobre nel complesso monumentale di Santa Croce a Bosco Marengo.
• Convegno disabilità e sport
• Claudio Visciglia – ANMIL Sport
• Daniele Bais e Romina Schipano – INAIL
• Silvia Bruno, Presidente CIP Piemonte – Comitato Italiano Paralimpico
• Fondazione Vodafone
• Centro protesi INAIL, Vigorso di Budrio
• Fabrizio Solazzo – Vela – finalista campionato del mondo di Medemblik
• Roberto La Barbera – Salto in lungo – Argento Paralimpiadi di Atene
• Francesco Bocciardo – Nuoto – Oro Paralimpiadi di Rio de Janeiro
• Carmen Acunto – Lancio del peso – tedofora per le Paralimpiadi invernali di Torino 2006
• Massimo Oddone – Tiro con l’arco – Campione del Mondo nella categoria non Vedenti
• Coordinatrice – Barbara Rizzi
Sarà presente servizio di interpretariato Italiano/LIS, LIS/Italiano, a cura degli allievi del corso interpreti ENS.