“L’orto condiviso è un laboratorio d’integrazione”
Un lotto di terra coltivato dai migranti del progetto gestito da CrescereInsieme
ALICE BEL COLLE – Ad Alice Bel Colle rimangono solo per sei mesi o poco più, eppure è come se ogni volta lasciassero un piccolo segno indelebile del oro passaggio. Un orto condiviso che va avanti già da qualche anno, curato giorno per giorno dai migranti beneficiari del progetto “Ponte” gestito da CrescereInsieme, richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale giunti in Italia con il Sistema di accoglienza e integrazione (Sai).
«Ad Alice abbiamo cinque appartamenti – spiega Paola Bottero, referente area migranti della cooperativa acquese – dove al momento vivono tre nuclei famigliari e, in due alloggi diversi, un gruppo di sole donne e uno di soli uomini. In tutto una ventina di persone. Alcuni di loro, a turni, si occupano della gestione dell’orto, aiutati anche da sei ragazzi minori non accompagnati che alloggiano a Cassine». Anche alcuni operatori della cooperativa si sono resi disponibili per i lavori di preparazione del terreno e di semina nel lotto attiguo agli alloggi preposti all’accoglienza. «È un vero e proprio laboratorio di condivisione e responsabilità. La finalità è quella di prendersi cura insieme, migranti e operatori, di un bene comune che è di tutti e non è di nessuno». Uno scambio anche di saperi e tradizioni: «Diverse colture che da qui da noi sono tipiche – osserva Paola – in alcuni casi sono quasi sconosciute ai ragazzi e alle ragazze che partecipano al progetto, perché magari si tratta di prodotti che nei loro Paesi di origine non si coltivano perché le diverse condizioni climatiche non lo consentono».
Dopo le gelate e le tante piogge di aprile ora l’orto è pronto per le prime semine: «I ragazzi che curano l’orto non vedono l’ora di poter raccogliere il peperoncino, molto in uso nella loro tradizione culinaria. Anche cipolle, pomodori e peperoni sono prodotti particolarmente utilizzati e apprezzati». Il progetto Ponte, attivo ad Alice dal 2004, è un esempio virtuoso di integrazione che vede il plauso degli stessi alicesi: «I nostri beneficiari, nel loro periodo di permanenza in paese, sono spesso coinvolti in attività utili alla comunità. L’esperienza dell’orto si inserisce in quest’ottica di scambio e cooperazione: chiunque volesse contribuire alla sua cura è ben accetto».